La mostra nasce da un’esercitazione degli studenti del II e IV anno del Corso di Laurea in Architettura dell’Università della Basilicata, denominata Zero, nell’ambito di un laboratorio progettuale degli insegnamenti di Architettura e composizione architettonica coordinati dai professori Luca Lanini e Ina Macaione. L’idea, suggerita da un’analoga esperienza diretta da Manuel Graça Dias dell’Università di Evora, ruota attorno all’idea che un nuovo spazio architettonico possa generarsi anche a partire da un object trouvé, un oggetto qualsiasi, scartato dal ciclo della produzione e del consumo, con un semplice CAMBIO DI PROSPETTIVA. L’esercitazione progettuale ha messo in moto la creatività dei futuri architetti, che hanno recuperato oggetti, temporaneamente risparmiati alle discariche, per esercitare la mente all’osservazione del fenomeno dello spazio, al tempo della sostenibilità, nei salti di scala dei CAMBIAMENTI DI STATO. Un’operazione di questo tipo, che mette insieme, nell’esercizio della visione, il vissuto dell’oggetto, il presente della scelta foto-grafica e la prospettiva di una migliore qualità della vita, è particolarmente indicata per coinvolgere i giovani di oggi, che saranno i veri protagonisti di “Matera 2019”, nella “produzione della cultura”. L’obiettivo della mostra è quello di condividere con la comunità, con altre culture ed altre competenze l’esperienza, non solo concettuale, del necessario cambio di prospettiva riguardo agli scarti, ai resti, ai rifiuti della nostra società dei consumi. Quanto è estranea l’osservazione dei CAMBIAMENTI DI STATO degli oggetti abbandonati e la comprensione della loro SOLITUDINE rispetto alla nostra? Si può aprire una discussione sulla necessità di una nuova visione dello spazio, nascosto come una risorsa latente, nello scarto, nel nulla o nel poco che forse anche noi siamo? La mostra è una metafora di come si può attraversare il nichilismo e il cinismo del nostro presente: agli oggetti “recuperati”, da cui derivano le visoni, sono presentati insieme alle elaborazioni fotografiche, stampate in grande formato, che ci mostrano i nuovi spazi del senso scoperti dall’osservazione delle menti progettuali degli studenti.

EX._Cambiamenti di stato

MACAIONE, Ina;
2012-01-01

Abstract

La mostra nasce da un’esercitazione degli studenti del II e IV anno del Corso di Laurea in Architettura dell’Università della Basilicata, denominata Zero, nell’ambito di un laboratorio progettuale degli insegnamenti di Architettura e composizione architettonica coordinati dai professori Luca Lanini e Ina Macaione. L’idea, suggerita da un’analoga esperienza diretta da Manuel Graça Dias dell’Università di Evora, ruota attorno all’idea che un nuovo spazio architettonico possa generarsi anche a partire da un object trouvé, un oggetto qualsiasi, scartato dal ciclo della produzione e del consumo, con un semplice CAMBIO DI PROSPETTIVA. L’esercitazione progettuale ha messo in moto la creatività dei futuri architetti, che hanno recuperato oggetti, temporaneamente risparmiati alle discariche, per esercitare la mente all’osservazione del fenomeno dello spazio, al tempo della sostenibilità, nei salti di scala dei CAMBIAMENTI DI STATO. Un’operazione di questo tipo, che mette insieme, nell’esercizio della visione, il vissuto dell’oggetto, il presente della scelta foto-grafica e la prospettiva di una migliore qualità della vita, è particolarmente indicata per coinvolgere i giovani di oggi, che saranno i veri protagonisti di “Matera 2019”, nella “produzione della cultura”. L’obiettivo della mostra è quello di condividere con la comunità, con altre culture ed altre competenze l’esperienza, non solo concettuale, del necessario cambio di prospettiva riguardo agli scarti, ai resti, ai rifiuti della nostra società dei consumi. Quanto è estranea l’osservazione dei CAMBIAMENTI DI STATO degli oggetti abbandonati e la comprensione della loro SOLITUDINE rispetto alla nostra? Si può aprire una discussione sulla necessità di una nuova visione dello spazio, nascosto come una risorsa latente, nello scarto, nel nulla o nel poco che forse anche noi siamo? La mostra è una metafora di come si può attraversare il nichilismo e il cinismo del nostro presente: agli oggetti “recuperati”, da cui derivano le visoni, sono presentati insieme alle elaborazioni fotografiche, stampate in grande formato, che ci mostrano i nuovi spazi del senso scoperti dall’osservazione delle menti progettuali degli studenti.
2012
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/101552
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