I funghi del genere Trichoderma sono noti per la loro attività antagonista nei confronti dei patogeni delle piante. L’effetto sugli insetti fitofagi e sui loro nemici naturali sono invece meno noti. In questo lavoro viene descritto l’effetto della colonizzazione radicale di Solanum lycopersicum (varietà San Marzano nano) da parte di Trichoderma longibrachiatum (ceppo MK1) sul comportamento e sullo sviluppo del miride predatore Macrolophus pygmaeus Rambur (Hemiptera: Miridae), un predatore zoofitofago largamente utilizzato per il controllo biologico di fitofagi delle piante orticole e in particolare del pomodoro. L’attrattività delle piante di pomodoro colonizzate da T. longibrachiatum nei confronti di M. pygmaeus è stata studiata con diversi test a scelta, in cui due piante venivano esposte a 10 femmine adulte del predatore all’interno di una scatola di plexiglass (70x40x40 cm). Dopo 24 ore veniva rilevato il numero di predatori presenti su ognuna delle due piante messe a confronto. In particolare è stata confrontata la scelta tra: a) una pianta colonizzata da Trichoderma e una non (controllo), entrambe non infestate; b) una pianta colonizzata da Trichoderma e un controllo, entrambe infestate dall’afide Macrosiphum euphorbiae; c) due piante controllo, una non infestata e l’altra infestata da M. euphorbiae. Sono state fatte 10 repliche per ogni combinazione. Il tasso di riproduzione di M. pygmaeus su piante colonizzate da T. longibrachiatum e su piante controllo, non colonizzate dal fungo, è stato determinato mettendo una singola pianta in una scatola di plastica trasparente (22 by 15 by 40 cm) assieme a 10 femmine adulte e 5 maschi adulti di M. pygmaeus. I predatori venivano rimossi dopo 4 giorni e dopo ulteriori 10 giorni venivano contate le neanidi del predatore presenti sulla pianta e la loro età. Le piante infestate da M. euphorbiae sono risultate significativamente più attrattive delle piante non infestate nei confronti della femmina adulta di M. pygmaeus. In assenza di afidi, le piante colonizzate da T. longibrachiatum sono risultate più attrattive delle piante controllo, tuttavia la differenza si è annullata se le piante erano infestate da afidi. Non sono state osservate differenze nel numero di neanidi di M. pygmaeus emerse da piante con o senza T. longibrachiatum. Su queste ultime, però lo sviluppo è risultato più veloce. Infatti su entrambi i tipi di piante sono state trovate neanidi di prima e seconda età ma, la percentuale di neanidi di seconda età era significativamente più elevata sulle piante colonizzate da T. longibrachiatum. Possiamo concludere che M. pygmaeus preferisce le piante colonizzate da T. longibrachiatum in assenza di prede. Questo preferenza si annulla in presenza degli afidi. Inoltre il fungo, attraverso la pianta, svolge un’azione favorevole sullo sviluppo del predatore a causa del comportamento zoo-fitofago di quest’ultimo.

Influenza del fungo Trichoderma longibrachiatum (ceppo MK1) sul comportamento e sullo sviluppo di Macrolophus pygmaeus Rambur (Hemiptera: Miridae)

DURAN PRIETO, JULIANA;BATTAGLIA, Donatella;TROTTA, VINCENZO;FANTI, Paolo
2014-01-01

Abstract

I funghi del genere Trichoderma sono noti per la loro attività antagonista nei confronti dei patogeni delle piante. L’effetto sugli insetti fitofagi e sui loro nemici naturali sono invece meno noti. In questo lavoro viene descritto l’effetto della colonizzazione radicale di Solanum lycopersicum (varietà San Marzano nano) da parte di Trichoderma longibrachiatum (ceppo MK1) sul comportamento e sullo sviluppo del miride predatore Macrolophus pygmaeus Rambur (Hemiptera: Miridae), un predatore zoofitofago largamente utilizzato per il controllo biologico di fitofagi delle piante orticole e in particolare del pomodoro. L’attrattività delle piante di pomodoro colonizzate da T. longibrachiatum nei confronti di M. pygmaeus è stata studiata con diversi test a scelta, in cui due piante venivano esposte a 10 femmine adulte del predatore all’interno di una scatola di plexiglass (70x40x40 cm). Dopo 24 ore veniva rilevato il numero di predatori presenti su ognuna delle due piante messe a confronto. In particolare è stata confrontata la scelta tra: a) una pianta colonizzata da Trichoderma e una non (controllo), entrambe non infestate; b) una pianta colonizzata da Trichoderma e un controllo, entrambe infestate dall’afide Macrosiphum euphorbiae; c) due piante controllo, una non infestata e l’altra infestata da M. euphorbiae. Sono state fatte 10 repliche per ogni combinazione. Il tasso di riproduzione di M. pygmaeus su piante colonizzate da T. longibrachiatum e su piante controllo, non colonizzate dal fungo, è stato determinato mettendo una singola pianta in una scatola di plastica trasparente (22 by 15 by 40 cm) assieme a 10 femmine adulte e 5 maschi adulti di M. pygmaeus. I predatori venivano rimossi dopo 4 giorni e dopo ulteriori 10 giorni venivano contate le neanidi del predatore presenti sulla pianta e la loro età. Le piante infestate da M. euphorbiae sono risultate significativamente più attrattive delle piante non infestate nei confronti della femmina adulta di M. pygmaeus. In assenza di afidi, le piante colonizzate da T. longibrachiatum sono risultate più attrattive delle piante controllo, tuttavia la differenza si è annullata se le piante erano infestate da afidi. Non sono state osservate differenze nel numero di neanidi di M. pygmaeus emerse da piante con o senza T. longibrachiatum. Su queste ultime, però lo sviluppo è risultato più veloce. Infatti su entrambi i tipi di piante sono state trovate neanidi di prima e seconda età ma, la percentuale di neanidi di seconda età era significativamente più elevata sulle piante colonizzate da T. longibrachiatum. Possiamo concludere che M. pygmaeus preferisce le piante colonizzate da T. longibrachiatum in assenza di prede. Questo preferenza si annulla in presenza degli afidi. Inoltre il fungo, attraverso la pianta, svolge un’azione favorevole sullo sviluppo del predatore a causa del comportamento zoo-fitofago di quest’ultimo.
2014
978-88-97934-03-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/90293
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