Lo studio proposto cerca dentro la nozione di paesaggio strumenti di interpretazione della realtà contemporanea sensibili e tali da aiutare a delineare proposte per la loro trasformazione. La proposta muove da un territorio della contemporaneità molto impegnativo, la periurbanità. Il periurbano è lo spazio più abitato e mostra pratiche inedite che reclamano una presa di responsabilità e pongono un quesito di fondo: si può progettare la periurbanità o sarà ancora a lungo esito di un progetto senza autore? In un’epoca nella quale il progetto dello spazio pubblico interessa sempre di più la riqualificazione di aree interstiziali e intercluse, la presente tesi sostiene la centralità di una riflessione e di un uso del progetto nello spazio periurbano. A tal proposito, assumendo come sfondo che il progetto dello spazio periurbano debba innanzitutto confrontarsi con la sua materialità non meno che con la sua rappresentazione, lo studio indaga la validità delle narrazioni (fotografiche, cinematografiche, documentaristiche e soprattutto letterarie) concentratesi sullo spazio periurbano, che hanno contribuito a creare una mappa cognitiva aperta del paesaggio, nella quale non solo la dimensione fisica dei luoghi, ma anche il modo in cui essi vengono percepiti da chi li abita o li attraversa, assurge al ruolo di istanza progettuale. La metodologia di lavoro prende avvio da una riflessione sul contesto materano nella quale essa viene elaborata, e sul valore che la narrazione Leviana del Cristo si è fermato a Eboli ha dimostrato nel fondare un’identità e un immaginario associati ai luoghi materani.
Nuovi strumenti (fenomenologici) per la rigenerazione urbana: l’apporto del racconto e del romanzo nel progetto dello spazio periurbano
MININNI, MARIAVALERIA;
2013-01-01
Abstract
Lo studio proposto cerca dentro la nozione di paesaggio strumenti di interpretazione della realtà contemporanea sensibili e tali da aiutare a delineare proposte per la loro trasformazione. La proposta muove da un territorio della contemporaneità molto impegnativo, la periurbanità. Il periurbano è lo spazio più abitato e mostra pratiche inedite che reclamano una presa di responsabilità e pongono un quesito di fondo: si può progettare la periurbanità o sarà ancora a lungo esito di un progetto senza autore? In un’epoca nella quale il progetto dello spazio pubblico interessa sempre di più la riqualificazione di aree interstiziali e intercluse, la presente tesi sostiene la centralità di una riflessione e di un uso del progetto nello spazio periurbano. A tal proposito, assumendo come sfondo che il progetto dello spazio periurbano debba innanzitutto confrontarsi con la sua materialità non meno che con la sua rappresentazione, lo studio indaga la validità delle narrazioni (fotografiche, cinematografiche, documentaristiche e soprattutto letterarie) concentratesi sullo spazio periurbano, che hanno contribuito a creare una mappa cognitiva aperta del paesaggio, nella quale non solo la dimensione fisica dei luoghi, ma anche il modo in cui essi vengono percepiti da chi li abita o li attraversa, assurge al ruolo di istanza progettuale. La metodologia di lavoro prende avvio da una riflessione sul contesto materano nella quale essa viene elaborata, e sul valore che la narrazione Leviana del Cristo si è fermato a Eboli ha dimostrato nel fondare un’identità e un immaginario associati ai luoghi materani.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
10_SIU 2013_Planum n.27 vol.II_Marocco Mininni.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
DRM non definito
Dimensione
351.26 kB
Formato
Adobe PDF
|
351.26 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.