Il titolo riprende l’inizio della lettera con cui l’imperatore Federico II, il 5 giugno 1224, annunciava la fondazione dello Studium di Napoli: il primo organizzato per volontà di un rappresentante del potere laico pubblico, e quindi, di fatto, la più antica “università statale”. Formidabile “insegna di potere”, utile nel creare una studiata immagine di supremazia culturale, lo Studium fu inizialmente concepito da Federico II come un polo di studi soprattutto giuridici, che potesse competere con la supremazia della tradizione bolognese e che fosse adatto alla formazione del personale amministrativo dell’impero. Manfredi, poi, ne amplificò ulteriormente il ruolo, favorendo le indagini filosofiche e organizzando presso di esso un importantissimo centro di traduzioni dal greco e dall’arabo, che avrebbe consentito quella nuova circolazione delle opere di Aristotele destinata a rivoluzionare la storia del pensiero occidentale. Il libro è composto da due sezioni. Nella prima si fa il punto sulla travagliata storia originaria dello Studium, fatta di successive riforme o rifondazioni e di momentanei spostamenti a Salerno; sui motivi per cui fu scelta – in maniera assolutamente non scontata – Napoli come sede della nuova istituzione; sulle garanzie e tutele che venivano riservate a insegnanti e studenti; sulle materie che vi erano insegnate. Nella seconda vengono raccolti ed editi criticamente tutti i testi (in qualche caso finora inediti) connessi con le vicende dello Studium nell’epoca di Federico II e dei suoi figli e successori Corrado IV e Manfredi. Nell'edizione si adottano principi ecdotici innovativi e calibrati sulla doppia natura dei testi, che sono, allo stempo tempo, documenti cancellereschi, ma anche modelli retorico-letterari (si tratta di epistole, ovvero dictamina, trasmessi dal cosiddetto epistolario di Pier della Vigna) destinati ad avere diffusione ed influenza enormi per alcuni secoli e in tutta Europa

«Per scientiarum haustum et seminarium doctrinarum»: edizione e studio dei documenti relativi allo Studium di Napoli in età sveva

DELLE DONNE, FULVIO
2009-01-01

Abstract

Il titolo riprende l’inizio della lettera con cui l’imperatore Federico II, il 5 giugno 1224, annunciava la fondazione dello Studium di Napoli: il primo organizzato per volontà di un rappresentante del potere laico pubblico, e quindi, di fatto, la più antica “università statale”. Formidabile “insegna di potere”, utile nel creare una studiata immagine di supremazia culturale, lo Studium fu inizialmente concepito da Federico II come un polo di studi soprattutto giuridici, che potesse competere con la supremazia della tradizione bolognese e che fosse adatto alla formazione del personale amministrativo dell’impero. Manfredi, poi, ne amplificò ulteriormente il ruolo, favorendo le indagini filosofiche e organizzando presso di esso un importantissimo centro di traduzioni dal greco e dall’arabo, che avrebbe consentito quella nuova circolazione delle opere di Aristotele destinata a rivoluzionare la storia del pensiero occidentale. Il libro è composto da due sezioni. Nella prima si fa il punto sulla travagliata storia originaria dello Studium, fatta di successive riforme o rifondazioni e di momentanei spostamenti a Salerno; sui motivi per cui fu scelta – in maniera assolutamente non scontata – Napoli come sede della nuova istituzione; sulle garanzie e tutele che venivano riservate a insegnanti e studenti; sulle materie che vi erano insegnate. Nella seconda vengono raccolti ed editi criticamente tutti i testi (in qualche caso finora inediti) connessi con le vicende dello Studium nell’epoca di Federico II e dei suoi figli e successori Corrado IV e Manfredi. Nell'edizione si adottano principi ecdotici innovativi e calibrati sulla doppia natura dei testi, che sono, allo stempo tempo, documenti cancellereschi, ma anche modelli retorico-letterari (si tratta di epistole, ovvero dictamina, trasmessi dal cosiddetto epistolario di Pier della Vigna) destinati ad avere diffusione ed influenza enormi per alcuni secoli e in tutta Europa
2009
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