L’intento di questo libro è quello di provare a riflettere sulla periurbanità a partire dal suo progetto, ponendosi da una angolazione paesaggista. Il periurbano, nella sua ambiguità di città e territorio, è stato il luogo più adatto a mettere a fuoco alcune riflessioni che negli ultimi anni si andavano costruendo sul progetto delle città e dei territori della contemporaneità. Un territorio fisico ma soprattutto mentale che ha ormai una sua storiografia e una dimensione spaziale e sociale e da queste condizioni è sembrato necessario partire per trovare le maniere per trasformarlo. Il periurbano non è un paesaggio inedito ma, come tanti territori dell’età moderna, presenta “ordini spaziali inattesi” , nel senso che la sua spazialità non è necessariamente voluta o pensata dagli attori che, in diversa maniera, hanno contribuito a produrlo. Un problema interpretativo complesso che impegna gli storici e fa riflettere gli urbanisti perché mette a fuoco la spazialità che più si è estesa negli ultimi cinquanta anni, prodotta da una distrazione o da una eccedenza tra spazi, usi e società. Ragioni introvabili di uno spazio che forse dobbiamo solo imparare meglio a riconoscere perché a ordini spaziali e sociali nuovi devono corrispondere categorie concettuali rinnovate, pre-sintassi aperte a significati non ancora costituiti . Un territorio inatteso che sollecita un’indagine appropriata e una presa di responsabilità.

Approssimazioni alla città.Urbano, rurale, ecologia.

MININNI, MARIAVALERIA
2012-01-01

Abstract

L’intento di questo libro è quello di provare a riflettere sulla periurbanità a partire dal suo progetto, ponendosi da una angolazione paesaggista. Il periurbano, nella sua ambiguità di città e territorio, è stato il luogo più adatto a mettere a fuoco alcune riflessioni che negli ultimi anni si andavano costruendo sul progetto delle città e dei territori della contemporaneità. Un territorio fisico ma soprattutto mentale che ha ormai una sua storiografia e una dimensione spaziale e sociale e da queste condizioni è sembrato necessario partire per trovare le maniere per trasformarlo. Il periurbano non è un paesaggio inedito ma, come tanti territori dell’età moderna, presenta “ordini spaziali inattesi” , nel senso che la sua spazialità non è necessariamente voluta o pensata dagli attori che, in diversa maniera, hanno contribuito a produrlo. Un problema interpretativo complesso che impegna gli storici e fa riflettere gli urbanisti perché mette a fuoco la spazialità che più si è estesa negli ultimi cinquanta anni, prodotta da una distrazione o da una eccedenza tra spazi, usi e società. Ragioni introvabili di uno spazio che forse dobbiamo solo imparare meglio a riconoscere perché a ordini spaziali e sociali nuovi devono corrispondere categorie concettuali rinnovate, pre-sintassi aperte a significati non ancora costituiti . Un territorio inatteso che sollecita un’indagine appropriata e una presa di responsabilità.
2012
9788860368454
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