Con questo servizio si inaugura un osservatorio dentro la rivista Urbanistica volto a rintracciare dentro la riflessione disciplinare e la produzione di piani, progetti e politiche sul paesaggio un filo rosso solo apparentemente interrotto esponendo i lavori e le riflessioni di alcune scuole che in questi anni hanno continuato a rielaborare una posizione italiana riflessiva sul progetto dell’urbanistica per il paesaggio. Dove si annida il progetto del paesaggio? Le politiche e logiche urbane e rurali sono le prime responsabili della produzione di nuovi paesaggi, alimentate dalle leggi finanziarie e dagli incentivi comunitari, come pure gli spazi del turismo che coincidono con i luoghi di tutela delle coste e delle montagne, le politiche di infrastrutturazione del territorio e le loro conseguenze sugli aspetti visibili del paesaggio In un territorio quasi completamente costruito, ogni nuovo intervento erode uno spazio residuale, occlude un orizzonte, accorcia lo spazio tra una città e l’altra e riempie disordinatamente l’unico paesaggio che si è costruito negli ultimi cinquanta anni che è quello della periurbanità . Ma le politiche di contenimento dell’uso del suolo e di concentrazione degli insediamenti non bastano senza una riflessione più attenta sulle sovra-determinazioni che attengono alla produzione di questo spazio, le pratiche che ospitano, ma anche i desideri che appaganoMisurarci su una idea nuova di paesaggio e sulle idee di natura che esso sottende può essere di una qualche utilità. La cultura paesaggista a cui si fa riferimento è quella della scuola francese, in particolare dell’ Ecole Nationale Supérieure du Paysage di Versailles che ha definito un campo specifico di conoscenze che nascono dentro una pluralità di saperi, arti e mestieri, tese a definire il campo di una specifica competenza che ha come fondamento l’antica arte del “giardinaggio” più antica dell’agricoltura . Competenze che non hanno affiliazioni dirette con l’Architettura e l’Urbanistica, come avviene in Italia, per quanto le comprendono, ma dispongono di un vasto repertorio di discipline che, in qualche modo, attengono al paesaggio.

Il progetto dell’Urbanistica per il paesaggio

MININNI, MARIAVALERIA
2009-01-01

Abstract

Con questo servizio si inaugura un osservatorio dentro la rivista Urbanistica volto a rintracciare dentro la riflessione disciplinare e la produzione di piani, progetti e politiche sul paesaggio un filo rosso solo apparentemente interrotto esponendo i lavori e le riflessioni di alcune scuole che in questi anni hanno continuato a rielaborare una posizione italiana riflessiva sul progetto dell’urbanistica per il paesaggio. Dove si annida il progetto del paesaggio? Le politiche e logiche urbane e rurali sono le prime responsabili della produzione di nuovi paesaggi, alimentate dalle leggi finanziarie e dagli incentivi comunitari, come pure gli spazi del turismo che coincidono con i luoghi di tutela delle coste e delle montagne, le politiche di infrastrutturazione del territorio e le loro conseguenze sugli aspetti visibili del paesaggio In un territorio quasi completamente costruito, ogni nuovo intervento erode uno spazio residuale, occlude un orizzonte, accorcia lo spazio tra una città e l’altra e riempie disordinatamente l’unico paesaggio che si è costruito negli ultimi cinquanta anni che è quello della periurbanità . Ma le politiche di contenimento dell’uso del suolo e di concentrazione degli insediamenti non bastano senza una riflessione più attenta sulle sovra-determinazioni che attengono alla produzione di questo spazio, le pratiche che ospitano, ma anche i desideri che appaganoMisurarci su una idea nuova di paesaggio e sulle idee di natura che esso sottende può essere di una qualche utilità. La cultura paesaggista a cui si fa riferimento è quella della scuola francese, in particolare dell’ Ecole Nationale Supérieure du Paysage di Versailles che ha definito un campo specifico di conoscenze che nascono dentro una pluralità di saperi, arti e mestieri, tese a definire il campo di una specifica competenza che ha come fondamento l’antica arte del “giardinaggio” più antica dell’agricoltura . Competenze che non hanno affiliazioni dirette con l’Architettura e l’Urbanistica, come avviene in Italia, per quanto le comprendono, ma dispongono di un vasto repertorio di discipline che, in qualche modo, attengono al paesaggio.
2009
9788849216059
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