Il contributo intende portare avanti una riflessione sullo spazio agricolo periurbano che oscilla tra le dinamiche di espansione della città e le tendenze di marginalizzazione/resistenza dell’agricoltura e cercare di capire se dentro questo spazio si mettono meglio a fuoco le questioni che pone oggi il progetto della città contemporanea e i termini nuovi del rapporto con la natura come precondizioni di questo progetto. Luogo di uso, disuso e riuso, il periurbano può ripartire delle nuove opportunità delle strategie della condizionalità e multifunzionalità nelle visioni della politica agricola comunitaria per intraprendere un progetto agri-urbano che mette in gioco due mondi prossimi che però si ignorano. Il periurbano, né città né campagna, è uno spazio di relatività e interscalare poiché dipende dalla maniera di osservare il fenomeno, dalla parte della città o della campagna, alla scala vasta che richiama i processi di metropolizzazione, le forme del policentrismo e la dispersione abitativa; oppure alla scala urbana, che coglie le relazioni di prossimità tra frange urbane e spazi agricoli interstiziali. Le possibilità che si avvii una collaborazione operativa e che queste diverse spazialità entrino in contatto tra loro sono molto remote poiché distanti sono i processi che le governano e quasi inesistenti i tavoli per un confronto che ingaggi forme di copianificazione integrata. La scala della intercomunalità, cruciale per metterli a fuoco, è molto poco frequentata dalla nostra tradizione urbanistica e scarsi gli strumenti operativi. Le opportunità che offre lo strumento del Piano Paesaggistico alla luce delle indicazioni stabilite dal Codice Urbani e suoi ultimi emendamenti appaiono di un certo interesse. Il cambiamento di approccio nel governo delle trasformazioni del paesaggio, del resto, ha da tempo mostrato che non è sufficiente costruire un buon piano paesaggistico ma la sua bontà si misura con la sua capacità di interagire con altri piani e programmi, che, direttamente e indirettamente, producono trasformazioni nel paesaggio. Il lavoro cercherà un confronto tra il dibattito disciplinare, segnalando una esperienza pugliese di Piano Paesaggistico impegnato in esercizi di co-pianificazione, e delle analogie tra questa esperienza e le politiche e i campi di azione in cui da tempo operano le agenzie francesi di animazione sociale della agricoltura periurbana. Le prospettive guardano alle opportunità che attività di concertazione e progettazione possano portare ad una forma di spazio molto problematica quale quella della periurbanità come nuovo bacino semantico che aiuta a mettere a fuoco la nozione di paesaggio nel progetto per la città contemporanea.

La periurbanità nel progetto agro-urbano. Una sfida per la città o per l’agricoltura?

MININNI, MARIAVALERIA
2010-01-01

Abstract

Il contributo intende portare avanti una riflessione sullo spazio agricolo periurbano che oscilla tra le dinamiche di espansione della città e le tendenze di marginalizzazione/resistenza dell’agricoltura e cercare di capire se dentro questo spazio si mettono meglio a fuoco le questioni che pone oggi il progetto della città contemporanea e i termini nuovi del rapporto con la natura come precondizioni di questo progetto. Luogo di uso, disuso e riuso, il periurbano può ripartire delle nuove opportunità delle strategie della condizionalità e multifunzionalità nelle visioni della politica agricola comunitaria per intraprendere un progetto agri-urbano che mette in gioco due mondi prossimi che però si ignorano. Il periurbano, né città né campagna, è uno spazio di relatività e interscalare poiché dipende dalla maniera di osservare il fenomeno, dalla parte della città o della campagna, alla scala vasta che richiama i processi di metropolizzazione, le forme del policentrismo e la dispersione abitativa; oppure alla scala urbana, che coglie le relazioni di prossimità tra frange urbane e spazi agricoli interstiziali. Le possibilità che si avvii una collaborazione operativa e che queste diverse spazialità entrino in contatto tra loro sono molto remote poiché distanti sono i processi che le governano e quasi inesistenti i tavoli per un confronto che ingaggi forme di copianificazione integrata. La scala della intercomunalità, cruciale per metterli a fuoco, è molto poco frequentata dalla nostra tradizione urbanistica e scarsi gli strumenti operativi. Le opportunità che offre lo strumento del Piano Paesaggistico alla luce delle indicazioni stabilite dal Codice Urbani e suoi ultimi emendamenti appaiono di un certo interesse. Il cambiamento di approccio nel governo delle trasformazioni del paesaggio, del resto, ha da tempo mostrato che non è sufficiente costruire un buon piano paesaggistico ma la sua bontà si misura con la sua capacità di interagire con altri piani e programmi, che, direttamente e indirettamente, producono trasformazioni nel paesaggio. Il lavoro cercherà un confronto tra il dibattito disciplinare, segnalando una esperienza pugliese di Piano Paesaggistico impegnato in esercizi di co-pianificazione, e delle analogie tra questa esperienza e le politiche e i campi di azione in cui da tempo operano le agenzie francesi di animazione sociale della agricoltura periurbana. Le prospettive guardano alle opportunità che attività di concertazione e progettazione possano portare ad una forma di spazio molto problematica quale quella della periurbanità come nuovo bacino semantico che aiuta a mettere a fuoco la nozione di paesaggio nel progetto per la città contemporanea.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
abstract siu Roma078.pdf

non disponibili

Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: DRM non definito
Dimensione 1.73 MB
Formato Adobe PDF
1.73 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/28108
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact