Comprendere i territori di frontiera significa attraversarli. Claudio Magris, parlando dell’infinito viaggiare, lega l’idea stessa del viaggio all’attraversamento delle frontiere; frontiere linguistiche e culturali, frontiere politiche e sociali, frontiere fisiche o psicologiche. Le frontiere tra un paese e l’altro, quelle tra gli uomini, ma anche quelle invisibili che sbarrano la strada alla reciproca comprensione (Magris, 2005). Con Magris si condivide l’idea che le frontiere vadano oltrepassate ma anche amate perché, dando individualità all’indistinto, definiscono realtà altrimenti informi; vadano pensate come flessibili, provvisorie e periture, perché soggette come gli uomini a nascere, trasformarsi e morire. Frontiere che si sono valicate sono poi scomparse così come altre e nuove sono sorte stratificandosi su vecchi limiti, rendendo rapidamente obsoleti gli atlanti geografici. Sulla base delle riflessioni qui richiamate, questo contributo si articola a partire da due prospettive diverse. In primo luogo, vengono esplorati alcuni concetti interpretativi delle forme spaziali del margine e del confine sviluppati dalla landscape ecology – disciplina che lavora sul paesaggio leggendo spazialmente i fenomeni ecologici – per soffermarsi in particolare su alcuni temi, come la transcalarità, indagati attraverso i modelli di cross-scaling analysis. Si tratta di temi e concetti “nomadi”, in grado di fertilizzare le discipline della pianificazione e della progettazione (Forman, Godron 1986; Mairota, Mininni, 2000). Secondariamente vengono sottoposte a verifica le posizioni paesaggistiche della Scuola di Versailles in merito alla possibilità di ingaggiare un nuovo ragionamento sulla città e sullo spazio rurale, anche a partire dall’utopia realistica di campagna urbana formulata da Pierre Donadieu come proposta di un nuovo paesaggio per la città e per i cittadini (Donadieu, 2001, 2006; Mininni, 2006, 2007). Posizioni, queste, che vengono ri-lette anche a partire dagli esiti di esplorazioni progettuali tese a formulare proposte di abitabilità per lo spazio agricolo periurbano della città di Bari.

Territori di frontiera e l’infinito attraversare

MININNI, MARIAVALERIA
2011-01-01

Abstract

Comprendere i territori di frontiera significa attraversarli. Claudio Magris, parlando dell’infinito viaggiare, lega l’idea stessa del viaggio all’attraversamento delle frontiere; frontiere linguistiche e culturali, frontiere politiche e sociali, frontiere fisiche o psicologiche. Le frontiere tra un paese e l’altro, quelle tra gli uomini, ma anche quelle invisibili che sbarrano la strada alla reciproca comprensione (Magris, 2005). Con Magris si condivide l’idea che le frontiere vadano oltrepassate ma anche amate perché, dando individualità all’indistinto, definiscono realtà altrimenti informi; vadano pensate come flessibili, provvisorie e periture, perché soggette come gli uomini a nascere, trasformarsi e morire. Frontiere che si sono valicate sono poi scomparse così come altre e nuove sono sorte stratificandosi su vecchi limiti, rendendo rapidamente obsoleti gli atlanti geografici. Sulla base delle riflessioni qui richiamate, questo contributo si articola a partire da due prospettive diverse. In primo luogo, vengono esplorati alcuni concetti interpretativi delle forme spaziali del margine e del confine sviluppati dalla landscape ecology – disciplina che lavora sul paesaggio leggendo spazialmente i fenomeni ecologici – per soffermarsi in particolare su alcuni temi, come la transcalarità, indagati attraverso i modelli di cross-scaling analysis. Si tratta di temi e concetti “nomadi”, in grado di fertilizzare le discipline della pianificazione e della progettazione (Forman, Godron 1986; Mairota, Mininni, 2000). Secondariamente vengono sottoposte a verifica le posizioni paesaggistiche della Scuola di Versailles in merito alla possibilità di ingaggiare un nuovo ragionamento sulla città e sullo spazio rurale, anche a partire dall’utopia realistica di campagna urbana formulata da Pierre Donadieu come proposta di un nuovo paesaggio per la città e per i cittadini (Donadieu, 2001, 2006; Mininni, 2006, 2007). Posizioni, queste, che vengono ri-lette anche a partire dagli esiti di esplorazioni progettuali tese a formulare proposte di abitabilità per lo spazio agricolo periurbano della città di Bari.
2011
9788856832679
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