La ricerca e l’applicazione di tecnologie rivolte al recupero di energia da fonte rinnovabile rappresenta la sfida continua degli ultimi anni, soprattutto nella visione di una possibile integrazione di sistemi produttivi a valore ambientale aggiunto. E’ in tale visione che ricade la continua sperimentazione sull’impiego di dighe a cassoni subacquei, oltre che per la difesa dei litorali, anche per la conversione di energia ondosa in energia elettrica (REWEC1, Boccotti, 2003-Boccotti, 2004- Arena et al. 2003, Arena et al 2004). Gli importanti contributi, reperibili in letteratura, sulla valutazione dell’efficienza e della stabilità delle barriere di tipo REWEC1 come opere di difesa, forniscono dati interessanti che rivelano ottime rese sia in termini di riduzione dell’energia trasmessa sia di conversione in energia elettrica. In particolare si stima che la barriera sommersa sia in grado di smorzare mediamente al 60% dell’onda incidente e, quindi, circa il 40% su base annua dell’energia del moto ondoso che investe la costa. Pertanto, trattandosi di energia che non ritorna verso il mare aperto, la prospettiva di non disperderla ma convertirla in energia elettrica, appare interessante in un contesto, come quello attuale, in cui la ricerca di nuove tecnologie pulite per la produzione di energia elettrica da fonti inesauribili e rinnovabili, possibilmente ad impatto ambientale ridotto, è in continua evoluzione. La stima del contenuto energetico associato al moto ondoso che, su base annua, ha investito il litorale ionico lucano negli ultimi decenni, ha condotto a risultati particolarmente interessanti che, nella natura del processo, vede valori maggiori nei periodi autunnali e invernali per poi ridursi sensibilmente in quelli estivi. Pertanto la valutazione della potenzialità dell’opera in termini di producibilità elettrica è stata eseguita prendendo in considerazione i soli mesi invernali quando il litorale è investito dalle mareggiate più forti, trascurando il contributo, di minima entità, dei mesi estivi. La stima della disponibilità energetica associata al moto ondoso può essere effettuata attraverso diverse metodologie: nel presente lavoro è stato utilizzato il metodo CR2 (Filianoti, 2000). Non essendo disponibili rilievi diretti dell’altezza d’onda è stato applicato un modello previsionale di tipo indiretto (Greco et al, 2004) automatizzato su piattaforma informatica a partire dai dati anemometrici acquisiti dalla stazione di Ginosa Marina afferente al Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica di Pratica di Mare e riferiti al periodo di funzionamento (01/01/1968 - 30/04/2010).

Recupero di energia dal moto ondoso a protezione del litorale jonico lucano

GRECO, Michele;MARTINO, GIOVANNI
2011-01-01

Abstract

La ricerca e l’applicazione di tecnologie rivolte al recupero di energia da fonte rinnovabile rappresenta la sfida continua degli ultimi anni, soprattutto nella visione di una possibile integrazione di sistemi produttivi a valore ambientale aggiunto. E’ in tale visione che ricade la continua sperimentazione sull’impiego di dighe a cassoni subacquei, oltre che per la difesa dei litorali, anche per la conversione di energia ondosa in energia elettrica (REWEC1, Boccotti, 2003-Boccotti, 2004- Arena et al. 2003, Arena et al 2004). Gli importanti contributi, reperibili in letteratura, sulla valutazione dell’efficienza e della stabilità delle barriere di tipo REWEC1 come opere di difesa, forniscono dati interessanti che rivelano ottime rese sia in termini di riduzione dell’energia trasmessa sia di conversione in energia elettrica. In particolare si stima che la barriera sommersa sia in grado di smorzare mediamente al 60% dell’onda incidente e, quindi, circa il 40% su base annua dell’energia del moto ondoso che investe la costa. Pertanto, trattandosi di energia che non ritorna verso il mare aperto, la prospettiva di non disperderla ma convertirla in energia elettrica, appare interessante in un contesto, come quello attuale, in cui la ricerca di nuove tecnologie pulite per la produzione di energia elettrica da fonti inesauribili e rinnovabili, possibilmente ad impatto ambientale ridotto, è in continua evoluzione. La stima del contenuto energetico associato al moto ondoso che, su base annua, ha investito il litorale ionico lucano negli ultimi decenni, ha condotto a risultati particolarmente interessanti che, nella natura del processo, vede valori maggiori nei periodi autunnali e invernali per poi ridursi sensibilmente in quelli estivi. Pertanto la valutazione della potenzialità dell’opera in termini di producibilità elettrica è stata eseguita prendendo in considerazione i soli mesi invernali quando il litorale è investito dalle mareggiate più forti, trascurando il contributo, di minima entità, dei mesi estivi. La stima della disponibilità energetica associata al moto ondoso può essere effettuata attraverso diverse metodologie: nel presente lavoro è stato utilizzato il metodo CR2 (Filianoti, 2000). Non essendo disponibili rilievi diretti dell’altezza d’onda è stato applicato un modello previsionale di tipo indiretto (Greco et al, 2004) automatizzato su piattaforma informatica a partire dai dati anemometrici acquisiti dalla stazione di Ginosa Marina afferente al Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica di Pratica di Mare e riferiti al periodo di funzionamento (01/01/1968 - 30/04/2010).
2011
9788821810534
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11563/18229
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