La ricerca è stata condotta nel biennio 2000-2001 su coltura di melone in cinque località rappresentative delle principali aree irrigue della Basilicata con l’obiettivo di verificare l’attendibilità e la trasferibilità del criterio evapotraspirometrico nella programmazione irrigua aziendale. Per il computo del bilancio idrico sono state adottate le seguenti risoluzioni: sono stati utilizzati i dati agrometeorologici la temperatura, l’umidità dell’aria e la pioggia, rilevati dalle stazioni SAL (Servizio Agrometeorologico Lucano) dell’ALSIA, le formule di Blaney-Criddle, della Radiazione solare corrette secondo gli standard FAO e di Hargreves per il calcolo dell’evapotraspirazione di riferimento, ETo, e i coefficienti colturali, Kc, proposti dalla FAO (nel 2000 quelli del Quaderno 24 e nel 2001 sono stati calcolati dei nuovi Kc seguendo le recenti indicazioni riportate nel Quaderno 56). Il metodo evapotraspirometrico è stato testato valutando in primo luogo la risposta agronomica della coltura nei cinque campi prova in funzione delle variabili irrigue adottate, l’accuratezza nella stima dei volumi specifici di adacquamento confrontando il consumo idrico della coltura stimato con quello misurato direttamente da una stazione lisimetrica ubicata in un campo prova e la quantificazione dell’errore dovuto alla variabilità spaziale dei dati climatici tra il campo prova e la più vicina stazione agrometeorologica di rilevamento. Il criterio evapotraspirometrico, ha confermato la sua fondatezza sia da un punto di vista metodologico che applicativo nella programmazione irrigua aziendale. I risultati conseguiti sono buoni ed incoraggianti; in particolare occorre segnalare che, dalle misure lisimetriche effettuate a Gaudiano, i consumi idrici stimati, ed i conseguenti volumi d’adacquamento, sono risultati appena del 16% superiori rispetto a quelli effettivamente misurati da lisimetro. E’ necessario evidenziare che, una scelta corretta sia delle formule di stima dell’ETo sia dei criteri di calcolo dei Kc, è fondamentale per una corretta applicazione del metodo di stima. Infatti, utilizzando i vecchi coefficienti FAO (Quaderno 24), è stata riscontrata una sovrastima dei consumi idrici pari al 42%. Tutte le formule di correlazione per la stima dell’ETo, si caratterizzano per la presenza di coefficienti empirici di aggiustamento, la cui parametrizzazione andrebbe, quindi, opportunamente calibrata su scala locale, con riferimento alle aree climaticamente omogenee, migliorando, in tal caso, non di poco, la precisione del metodo evapotraspirometrico. Dal confronto dei dati di umidità del suolo stimati sulla base del metodo evapotraspirometrico con quelli effettivamente misurati per via gravimetrica, l’evoluzione dello stato idrico del suolo stimato è risultato perfettamente rispondente a quello misurato (r2 = 0.94), a conferma della bontà della metodologia applicata. Si è osservata inoltre, una buona correlazione fra i parametri climatici (temperatura ed umidità dell’aria) misurati dalle stazioni agrometeorologiche del servizio SAL e quelle presenti in loco in alcuni campi sperimentali. La resa media in peponidi del biennio di 42.6 t ha-1, con un contenuto in solidi solubili medio di 11.7°Brix, non si è differenziata statisticamente né tra le località né tra gli anni. Questo conferma, non solo la validità del criterio di programmazione irrigua in termini di risposta agronomica, ma anche la capacità della metodologia di adeguare i volumi irrigui alla variabilità climatica dei differenti areali di coltivazione. I risultati conseguiti permettono quindi di affermare che il criterio di programmazione irriguo prescelto per tale servizio, potrà agevolare gli utenti nella pratica irrigua e disciplinare con più efficienza l’impiego della risorsa idrica a livello aziendale.

Verifica del metodo evapotraspirometrico nella programmazione irrigua a livello aziendale

RIVELLI, Anna Rita;LOVELLI, Stella;
2003-01-01

Abstract

La ricerca è stata condotta nel biennio 2000-2001 su coltura di melone in cinque località rappresentative delle principali aree irrigue della Basilicata con l’obiettivo di verificare l’attendibilità e la trasferibilità del criterio evapotraspirometrico nella programmazione irrigua aziendale. Per il computo del bilancio idrico sono state adottate le seguenti risoluzioni: sono stati utilizzati i dati agrometeorologici la temperatura, l’umidità dell’aria e la pioggia, rilevati dalle stazioni SAL (Servizio Agrometeorologico Lucano) dell’ALSIA, le formule di Blaney-Criddle, della Radiazione solare corrette secondo gli standard FAO e di Hargreves per il calcolo dell’evapotraspirazione di riferimento, ETo, e i coefficienti colturali, Kc, proposti dalla FAO (nel 2000 quelli del Quaderno 24 e nel 2001 sono stati calcolati dei nuovi Kc seguendo le recenti indicazioni riportate nel Quaderno 56). Il metodo evapotraspirometrico è stato testato valutando in primo luogo la risposta agronomica della coltura nei cinque campi prova in funzione delle variabili irrigue adottate, l’accuratezza nella stima dei volumi specifici di adacquamento confrontando il consumo idrico della coltura stimato con quello misurato direttamente da una stazione lisimetrica ubicata in un campo prova e la quantificazione dell’errore dovuto alla variabilità spaziale dei dati climatici tra il campo prova e la più vicina stazione agrometeorologica di rilevamento. Il criterio evapotraspirometrico, ha confermato la sua fondatezza sia da un punto di vista metodologico che applicativo nella programmazione irrigua aziendale. I risultati conseguiti sono buoni ed incoraggianti; in particolare occorre segnalare che, dalle misure lisimetriche effettuate a Gaudiano, i consumi idrici stimati, ed i conseguenti volumi d’adacquamento, sono risultati appena del 16% superiori rispetto a quelli effettivamente misurati da lisimetro. E’ necessario evidenziare che, una scelta corretta sia delle formule di stima dell’ETo sia dei criteri di calcolo dei Kc, è fondamentale per una corretta applicazione del metodo di stima. Infatti, utilizzando i vecchi coefficienti FAO (Quaderno 24), è stata riscontrata una sovrastima dei consumi idrici pari al 42%. Tutte le formule di correlazione per la stima dell’ETo, si caratterizzano per la presenza di coefficienti empirici di aggiustamento, la cui parametrizzazione andrebbe, quindi, opportunamente calibrata su scala locale, con riferimento alle aree climaticamente omogenee, migliorando, in tal caso, non di poco, la precisione del metodo evapotraspirometrico. Dal confronto dei dati di umidità del suolo stimati sulla base del metodo evapotraspirometrico con quelli effettivamente misurati per via gravimetrica, l’evoluzione dello stato idrico del suolo stimato è risultato perfettamente rispondente a quello misurato (r2 = 0.94), a conferma della bontà della metodologia applicata. Si è osservata inoltre, una buona correlazione fra i parametri climatici (temperatura ed umidità dell’aria) misurati dalle stazioni agrometeorologiche del servizio SAL e quelle presenti in loco in alcuni campi sperimentali. La resa media in peponidi del biennio di 42.6 t ha-1, con un contenuto in solidi solubili medio di 11.7°Brix, non si è differenziata statisticamente né tra le località né tra gli anni. Questo conferma, non solo la validità del criterio di programmazione irrigua in termini di risposta agronomica, ma anche la capacità della metodologia di adeguare i volumi irrigui alla variabilità climatica dei differenti areali di coltivazione. I risultati conseguiti permettono quindi di affermare che il criterio di programmazione irriguo prescelto per tale servizio, potrà agevolare gli utenti nella pratica irrigua e disciplinare con più efficienza l’impiego della risorsa idrica a livello aziendale.
2003
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