Matera ci interessa per capire quanto l’inerzia dello spazio aperto e le nuove pratiche che lo usano consentano di tornare a riflettere sul progetto riformista, avviato in una media città meridionale, all'esordio della sperimentazione della legge urbanistica e dello strumento di piano. Il contributo dell’architettura nella costruzione del quartiere e del controllo della qualità e vivibilità degli spazi comuni era fortemente sentito dai progettisti, impegnati nella riproposizione nei quartieri della città moderna di quella ‘unità di vicinato’ rilevata nei Sassi. A Matera nei primi anni del Dopoguerra si costruirà «la più bella periferia urbana per molto tempo», come dirà Zeri. Quanto ‘è invecchiato’ il progetto originario con i suoi protagonisti? Quanto rimane di quella proposta formulata da urbanisti, intellettuali e agronomi, di portare la città in campagna? Quanto i diversi quartieri della ricostruzione, nati nella stessa idea di spazio e tempo, si sono nel tempo diversificati e se oggi sono portatori di nuove ipotesi di abitabilità e di convivenza? Quanto le politiche urbane riescono a orientare la politica locale tenendo un filo teso con questo lascito del Moderno? Domande che hanno la volontà di costruire un nuovo l’osservatorio per guardare le città dalla prospettiva dello spazio aperto e dello spazio comune per tentare qualche generalizzazione.
Nuove società e inerzia dello spazio aperto. Matera e gli esiti di un progetto riformista agro-urbano
MININNI, MARIAVALERIA
2015-01-01
Abstract
Matera ci interessa per capire quanto l’inerzia dello spazio aperto e le nuove pratiche che lo usano consentano di tornare a riflettere sul progetto riformista, avviato in una media città meridionale, all'esordio della sperimentazione della legge urbanistica e dello strumento di piano. Il contributo dell’architettura nella costruzione del quartiere e del controllo della qualità e vivibilità degli spazi comuni era fortemente sentito dai progettisti, impegnati nella riproposizione nei quartieri della città moderna di quella ‘unità di vicinato’ rilevata nei Sassi. A Matera nei primi anni del Dopoguerra si costruirà «la più bella periferia urbana per molto tempo», come dirà Zeri. Quanto ‘è invecchiato’ il progetto originario con i suoi protagonisti? Quanto rimane di quella proposta formulata da urbanisti, intellettuali e agronomi, di portare la città in campagna? Quanto i diversi quartieri della ricostruzione, nati nella stessa idea di spazio e tempo, si sono nel tempo diversificati e se oggi sono portatori di nuove ipotesi di abitabilità e di convivenza? Quanto le politiche urbane riescono a orientare la politica locale tenendo un filo teso con questo lascito del Moderno? Domande che hanno la volontà di costruire un nuovo l’osservatorio per guardare le città dalla prospettiva dello spazio aperto e dello spazio comune per tentare qualche generalizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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