La conservazione della finitura di edifici di interesse storico gioca un ruolo di straordinaria importanza nella salvaguardia del patrimonio culturale. Difatti, il mantenimento nel tempo dell’integrità della finitura preserva il valore estetico della costruzione e protegge le strutture portanti da fenomeni di degrado di tipo chimico e fisico. Gli intonaci antichi sono materiali compositi complessi caratterizzati da una estrema variabilità composizionale dipendente dalla ubicazione geografica dell’edificio e dal periodo di costruzione. Negli ultimi decenni sono stati effettuati interventi di restauro attraverso l’impiego di materiali diversi da quelli originari che hanno in molti casi compromesso in modo irreversibile il valore del bene architettonico a causa dell’amplificazione dei fenomeni di degrado esistenti oppure, nella migliore delle ipotesi, dell’alterazione del pregio estetico delle finiture. Sulla scorta dei pessimi risultati ottenuti è emersa la necessità di effettuare restauri di tipo conservativo attraverso l’impiego di materie prime e tecnologie di produzione e di messa in opera quanto più possibile simili a quelle adottate originariamente. La progettazione di interventi di restauro conservativo richiede la preliminare caratterizzazione degli intonaci antichi attraverso l’impiego di tecniche analitiche avanzate in grado di individuare il complesso dei componenti, il carattere cementante del legante, il rapporto legante/aggregato. Il presente lavoro riporta i risultati ottenuti dallo studio condotto per la caratterizzazione mineralogica e microstrutturale di campioni di intonaco prelevati dalla Chiesa di San Pietro risalente presumilmente agli inizi del XVIII sec. e ubicata nell’abitato di Forenza in Basilicata (Italia). L’edificio di interesse storico presenta ampi e diffusi fenomeni di degrado e di distacco delle finiture causati dalla completa assenza di manutenzione nel corso del tempo. I campioni di intonaco sono stati sottoposti all’analisi diffrattometrica a raggi X (XRD) e all’osservazione al microscopio a scansione elettronica (SEM) con spettrometro a dispersione di energia di raggi X (EDX). I risultati ottenuti hanno consentito di identificare la morfologia, la dimensione e il tipo di aggregati, il componente legante ed i prodotti di decadimento o di alterazione.

Caratterizzazione microstrutturale e mineralogica di intonaci antichi

BERNARDO, Graziella;
2014-01-01

Abstract

La conservazione della finitura di edifici di interesse storico gioca un ruolo di straordinaria importanza nella salvaguardia del patrimonio culturale. Difatti, il mantenimento nel tempo dell’integrità della finitura preserva il valore estetico della costruzione e protegge le strutture portanti da fenomeni di degrado di tipo chimico e fisico. Gli intonaci antichi sono materiali compositi complessi caratterizzati da una estrema variabilità composizionale dipendente dalla ubicazione geografica dell’edificio e dal periodo di costruzione. Negli ultimi decenni sono stati effettuati interventi di restauro attraverso l’impiego di materiali diversi da quelli originari che hanno in molti casi compromesso in modo irreversibile il valore del bene architettonico a causa dell’amplificazione dei fenomeni di degrado esistenti oppure, nella migliore delle ipotesi, dell’alterazione del pregio estetico delle finiture. Sulla scorta dei pessimi risultati ottenuti è emersa la necessità di effettuare restauri di tipo conservativo attraverso l’impiego di materie prime e tecnologie di produzione e di messa in opera quanto più possibile simili a quelle adottate originariamente. La progettazione di interventi di restauro conservativo richiede la preliminare caratterizzazione degli intonaci antichi attraverso l’impiego di tecniche analitiche avanzate in grado di individuare il complesso dei componenti, il carattere cementante del legante, il rapporto legante/aggregato. Il presente lavoro riporta i risultati ottenuti dallo studio condotto per la caratterizzazione mineralogica e microstrutturale di campioni di intonaco prelevati dalla Chiesa di San Pietro risalente presumilmente agli inizi del XVIII sec. e ubicata nell’abitato di Forenza in Basilicata (Italia). L’edificio di interesse storico presenta ampi e diffusi fenomeni di degrado e di distacco delle finiture causati dalla completa assenza di manutenzione nel corso del tempo. I campioni di intonaco sono stati sottoposti all’analisi diffrattometrica a raggi X (XRD) e all’osservazione al microscopio a scansione elettronica (SEM) con spettrometro a dispersione di energia di raggi X (EDX). I risultati ottenuti hanno consentito di identificare la morfologia, la dimensione e il tipo di aggregati, il componente legante ed i prodotti di decadimento o di alterazione.
2014
978-84-616-8863-0
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